martedì 1 gennaio 2013

1 Gennaio 2013: Il Discorso del Presidente Napolitano

Il miglior modo di iniziare una cosa è dalla conclusione di un'altra. 

Iniziamo questo BLOG dalla fine di un anno, dal discorso di fine anno del Presidente della Repubblica Italiana che oltre che segnare la fine del 2012 è anche l'ultimo del suo settennato. 


Per tutto il 31 Dicembre il web pullulava di appelli: Boicottate il discorso del Presidente! 

Io ho fatto una gran fatica a guardarlo tutto. Quanta rabbia che suscitava in me ogni singola parola!

Troverete a questo link la trascrizione integrale del discorso letto dal Presidente davanti alle telecamere e, premesso che non condivido nulla di ogni atto compiuto da lui negli ultimi sette anni,
devo riconoscergli una dote: Un coraggio straordinario. 
Come e dove abbia trovato il coraggio di mettersi davanti alle telecamere e leggere un discorso come quello per me resta un mistero e alla fine del mandato ho trovato un motivo per ammirarlo. 

Riuscire a trovare le parole per tornare a parlare dei sacrifici necessari, della necessità di restare in Europa, della difficoltà delle famiglie e dei giovani nello stesso contesto in cui parla di elezioni, della compilazione delle liste elettorali e della necessità di riforme della Costituzione e dello Stato è un esercizio di equilibrismo che solo un personaggio come lui poteva riuscire ad eseguire senza cadere.

Quello che è davvero paradossale però è che il Presidente e la classe politica siano così distanti dalla realtà e dal malcontento che regna in tutto l'elettorato.

Nel web leggo molte voci che incitano all'anti-politica al boicottaggio delle elezioni o che  propongono alternative credibili o funamboliche che trovano realizzazione in Liste Civiche, Movimenti o nuovi Partiti. C'è persino chi teorizza una rivoluzione violenta contro una classe politica che tra incompetenza e ladrocini ha portato alla esasperazione elettori di destra e di sinistra che di fronte a tale infamia per un momento si riuniscono in un unico coro.

Il Presidente però è tranquillo, sereno e quasi certo che la sua Repubblica, la sua Costituzione e il suo sistema di corrotti e corruttori sopravvivrà a qualsiasi prova. 

La sua tranquillità la trova proprio nel web e nello stesso coro di voci che inneggiano alla rivoluzione.

Il fatto è che a ben guardare la situazione è sempre la stessa e l'Italia degli elettori è rimasta là dove è stata negli ultimi 40 anni: 
Perfettamente divisa tra destra e sinistra. Elettori dell'uno come dell'altro schieramento sono ancora convinti di avere la ricetta per salvare il mondo e disposti a guerreggiare per l'una o per l'altra ideologia e continueranno a garantire l'equilibrio del Parlamento che a sua volta continuerà a garantire se stesso. Non sarà mica un caso che nemmeno il governo tecnico abbia messo mano alla Legge Elettorale. La crisi economica poi farà il resto e le necessità irrinunciabili dell'Europa e dello Stato saranno il capro espiatorio che garantirà l'alibi a tutti quelli che per passione e per dolo continueranno a difendere il "sistema" Italia seguendo l'esempio del Presidente Napolitano e le linee guida da lui tracciate anche in questo suo discorso.

Lacrime e sangue: Lotta agli evasori. Tasse. Tagli. Sacrifici necessari. Addirittura hanno detto che dobbiamo abituarci a vivere spendendo di meno!!!

Nell'antica Grecia - culla della Democrazia- quando una città-stato correva un grande pericolo si ricorreva alla "Tirannia". 
Si sceglieva un uomo giusto e rispettato da tutti, si sospendeva la democrazia e gli venivano conferiti poteri assoluti. 
Il "tiranno" non era un oppressore ma un salvatore, un uomo di tale tempra e carisma da risolvere la crisi e trascinare con se tutto il popolo. 
Alla fine, quando il pericolo passava la democrazia era ripristinata e il tiranno giudicato. 
A causa delle sue scelte difficili inevitabilmente una parte del popolo lo odiava e l'altra lo amava. 
Si esercitava quindi la democrazia e se ci si trovava nell'area di influenza di Atene il tiranno era o portato in trionfo o ostracizzato; se ci si trovava nell'area di influenza di Sparta l'alternativa al trionfo era la morte. 

Ora io non lo so se voi siete come me Spartani o Ateniesi ma dovremmo tutti trovare il modo di metterci d'accordo e di mettere da parte le nostre idee e trovare il coraggio di resettare tutto ed affidare ad un solo uomo la responsabilità di rifare l'Italia.
Una volta uomini così esistevano davvero e si chiamavano Mazzini, Garibaldi, Mussolini o Cesare Augusto. 

Io comunque considero anche un altra alternativa che mi sembra al momento la meno incredibile e la più facile da percorrere: La fuga. 

Australia, Nuova Zelanda, Cina, Brasile, Sud Africa, Russia, India, Svizzera, Marocco, Tunisia 
sapete cosa hanno in comune?
Non fanno parte della Comunità Europea, hanno un tasso di crescita positivo ed offrono una tassazione del reddito civile e degna dell'antica Grecia...cosa che in Italia non c'è più.
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