venerdì 28 giugno 2013

Creare nuovi posti di lavoro regalando una "mancetta" ai datori di lavoro? Illusi!

Libero
Solo poche ore fa è stato annunciato il varo di un nuovo provvedimento del Governo per rilanciare il lavoro in Italia.

Subito hanno iniziato a succedersi dichiarazioni da parte di tutti gli interessati.

Sindacati, politici di ogni schieramento e imprese.

Tutti a dire che non basta, che non è abbastanza o, peggio ancora, che i fondi a disposizione sono pochi.

Chi si lamenta della ristrettezza dei beneficianti e chi difende, ancora, l'articolo 18.

Chi protesta per la diffusione dei contratti atipici si schiera contro chi vorrebbe ancora meno vincoli.

I posti di lavoro non si troveranno. Comunque.

Sapete perché?

Perché solo un PAZZO  si metterebbe ad assumere in Italia in questo momento!
Credono che elargendo una mancetta di poche migliaia di Euro si possa indurre un imprenditore ad assumere a tempo indeterminato un lavoratore? Illusi!

Chiunque abbia ancora un minimo di buon senso e capitali sufficienti pensa solo a una cosa:
Andare via!

Incredibile che i politici possano ancora credere di poter rilanciare le assunzioni con questi "mezzucci"!
Novemila euro spalmati in più anni per prendersi a carico un lavoratore con tutta la sua famiglia e i suoi debiti per sempre? Manco sotto minaccia di morte!!

Si devono ficcare in testa che per rilanciare il lavoro e sperare di poter ritrovare qualcuno disposto ad assumere e investire in Italia la via è e resta una sola:
Abbassare le tasse!
Sul reddito, sul lavoro, sulle imprese, sugli immobili e sul commercio.

Sono dei pazzi sconsiderati ad andare in tv a dire che con questo provvedimento si aspettano centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro!

Assumeteli voi!! 9mila euro una tantum e sul groppone dell'imprenditore a tempo indederminato? Con questo regime fiscale???

Ma lo sanno che la Slovenia, l'Albania e il mondo intero aspetta gli imprenditori italiani??


lunedì 24 giugno 2013

Il Giornale
Nessuna sorpresa. Lo avevamo capito.

Questi sono davvero dei pazzi se credono di poterci zittire così.

La mia decisione l'avevo già presa da anni ma dopo quest'ultimo evento diventa irrevocabile ed invito tutti a seguirmi:

Via dall'Italia.
Smettiamo di pagare le tasse.
Svendiamo tutti i beni ai cinesi e delocalizziamo famiglie imprese e serenità in paesi civili.

Con la sentenza di oggi il sogno di poter fare impresa, prosperare e vivere felici in Italia è definitivamente naufragato.

Ci hanno rubato il sogno.

Un solo interrogativo mi resta. Lo stesso a cui non riesco a rispondere dal 1994:

Perchè Silvio Berlusconi non volle vendere le sue aziende a Murdoch e rimase in Italia?

Aveva già più di quanto un uomo normale possa immaginare, i suoi figli erano grandi e sistemati e quella che gli si prospettava davanti era una vita lussuosa felice e spensierata.

Io non lo avrei fatto così come non voglio farlo ora.
Io me ne sarei andato e avrei lasciato questa Italia ingrata a morire della sua stessa natura.

Forse la risposta è solo una....quella che per orgoglio non volgiamo darci....lui è davvero migliore di tutti noi.


Forza Silvio!!!

mercoledì 19 giugno 2013

Il Fisco ci ucciderà tutti. Ogni giorno in troppi continuano a morire.

Il Giornale
Notizia di questa mattina:

 L'ennesimo allarme lapalissiano.
Forse hanno finalmente capito che le tasse sono talmente alte da non permettere lo svolgimento di nessuna attività imprenditoriale, professionale o artigiana nel nostro paese e che tutti quelli che non pagano le tasse NON sono evasori ma solo pevera gente che si trova a scegliere tra chiudere l'azienda, mangiare o pagare le tasse.

Notizia di questa sera:

Ansa
Come non detto. L'ottusa arroganza che vuole mettere al centro di tutto la cosìdetta "lotta all'evasione" ha colpito l'ennesima eccellenza italiana. Un altra azienda che se ne va a gambe all'aria per colpa di un regime fiscale asfissiante e assassino.

Hanno fatto male i due imprenditori siciliani a non delocalizzare la loro azienda!
A quest'ora avrebbero da scontare solo la caduta di immagine dovuta alla perdita della denominazione "Made in Italy" ma non dovrebbero piangere per un colpo così duro da annientare decenni di lavoro.

Questo fanno quei vampiri della GdF e dell'Agenzia delle Entrate!
Uccidono le aziende. Le cercano e le distruggono!

Oltre al danno economico c'è da mettere in conto anche quello all'immagine e quello dei mancati introiti che deriveranno dalla deriva mediatica in cui l'azienda si ritroverà.

Saranno in molti i benpensanti e gli invidiosi che istigheranno al boicottaggio dei prodotti del brand convinti che i due imprenditori siano stati avidi e "furbi" a spese dei contribuenti.
Già li sento tutti quei comunisti fare il tifo per l'erario e invitare a non acquistare i prodotti del brand.

Che vili! Che invidiosi! Che stupidi!

Il danno più grande infatti è proprio quello che ricadrà su tutti noi!
Dolce & Gabbana si rimetteranno in sesto e se FINALMENTE si faranno davvero furbi se ne andranno da questa Italia ingrata e riusciranno a far fortuna come meritano in un paese più accogliente ma noi abbiamo perso anche ogni possibilità di investimenti stranieri in Italia.
Trovatemi voi un folle imprenditore che adesso trovi il coraggio e la demenza di venire ad investire in Italia.

Ecco il vero danno che GdF e Agenzia delle Entrate hanno fatto a tutti noi!

Ancora una volta è ribadito il messaggio:

In Italia aziende e imprenditori non sono i benvenuti.



martedì 18 giugno 2013

E' arrivata l'estate e nel Canale di Sicilia si torna a morire.


La cosa straordinaria è che oggi l’Albania rappresenta un paese in cui le prospettive di crescita e le opportunità per le imprese sono impareggiabili rispetto alle nostre e che oltre al fenomeno della migrazione di ritorno inizia a prendere consistenza quello degli italiani che spostano le loro aziende in Albania. La vergogna dei governanti italiani non avrà mai fine! 

Nel frattempo dall'Africa iniziano ad arrivare i primi barconi di disperati che non sapendo neppure nuotare e senza mai aver visto il mare si avventurano rischiando e perdendo, in troppi casi, la vita. 
Vedere quei telegiornali con gli uomini le donne e i bambini aggrappati alle tonnare che muoiono per arrivare in Italia fa male al cuore, alla coscienza e all'anima ma allo stesso tempo provoca un senso di rabbia e di impotenza. 

La politica è la vera responsabile di quelle morti e di quella tragedia che, molto spesso, quando sembra essere finita con l'arrivo in Italia è invece solo all'inizio e può arrivare all'orrore di Kabobo che a colpi di piccone alla fine ha sfogato tutta la sua rabbia. 

Il Giornale
Se l'Italia invece mandasse un messaggio forte e inequivocabile e avesse la coerenza di tenere una linea di condotta al di là del Mediterraneo saprebbero che rischiare la vita durante il viaggio sarebbe inutile perché il ritorno sarebbe immediato. 
Saprebbero che è inutile inseguire un miraggio perché qui ciò che li aspetta è solo miseria e povertà.


Mentre sa al contrario l'Italia investisse nella assistenza alle popolazioni nei loro paesi e nella formazione e selezione del personale da impiegare e inserire nel nostro tessuto sociale quelli che arriverebbero lo farebbero viaggiando sicuri, con un lavoro che li aspetta e con la prospettiva di inserirsi nella nostra società da uomini e donne liberi, uguali e bene accolti. Non la vorrebbero più la cittadinanza italiana perché avrebbero già la dignità e la fierezza derivanti dalla loro condizione di lavoratori e contribuenti. 


La cittadinanza non è uno spauracchio da agitare per avere sussidi, assistenza  o la casa popolare ma una condizione a cui si dovrebbe arrivare dopo lunga e serena meditazione  perché significa rinnegare le proprie origini e la propria patria!

La vergogna per i nostri governanti non si dissiperà nemmeno tra cento anni e nessuno dovrebbe morire per venire in un paese come il nostro che non è nemmeno in grado di provvedere ai propri figli. 


lunedì 3 giugno 2013

Anche la Corte dei Conti si è accorta che il Redditometro è una stupidata.

Anche la Corte dei Conti ha capito che non c'è più sangue da succhiare dalla giugulare degli imprenditori e dei professionisti italiani.

Dura condanna alla politica dell'austerità ma anche alla "lotta all'evasione" fiscale indiscriminata.

Denunciata l'inutilità di strumenti come il famigerato redditometro che oltre ad essere inutile favorisce la predilezione dei pagamenti in contanti e quindi in nero.

Ma ci voleva la Corte dei Conti per capirlo??!!

Come avevo già detto in un mio post dello scorso gennaio il redditometro oltre che ad essere inefficace nella lotta contro gli evasori è anche uno stimolo per aumentare il flusso di contante nell'economia sommersa. 


International Times Businnes

Peccato che tra i due anni di Governo Monti e il momento in cui i nostri politici si ravvederanno assistiamo alla distruzione di tutto il sistema delle imprese italiane che chiudono non a causa della crisi, non per incapacità degli imprenditori e neanche per colpa della globalizzazione ma solo a causa della stretta fiscale a cui sono sottoposte qui in Italia.

Quanto ci metteranno a capire che i guai in Italia sono iniziati con gli studi di settore e che se vogliono aumentare il gettito delle entrate fiscali l'unico modo che hanno è quello di abbassare drasticamente le tasse?




Grillo contro la stampa italiana. La stampa contro Grillo. Scontro ideologico o si tratta solo di soldi?


Corriere della Sera
Dopo il disastro elettorale Grillo si scaglia prima contro gli elettori, poi contro i suoi paladini e adesso contro la stampa e le televisioni promettendo vendetta.

C'è chi addirittura lo paragona a Berlusconi assimilando il suo "editto" alle parole che pronunciò il cavaliere da Sofia nel lontano 2002.

Io credo che il paragone sia errato.
Berlusconi lamentava lo schieramento di buona parte della stampa e di Rai3 e La 7 a sinistra:
Come non dimenticare la campagna di "La Repubblica" sulle famose 10 domande da fare al cavaliere e gli attacchi furibondi di Santoro e Travaglio? Di Floris e Lerner?

Nulla a che vedere con quel che accade tra Grillo e l'editoria italiana.

Io la vedo così:

Nessuno può negare che in un primo momento il successo dei comizi di Grillo era strettamente legato al suo carisma e alle sue doti di attore comico e che gran parte dei suoi uditori erano attratti più dalla prospettiva di assistere ad un suo spettacolo gratis che a quello che aveva da dire come capo di un partito politico.

Ridendo e scherzando però la sua denuncia ha fatto breccia e in tantissimi da semplici uditori son diventati militanti ed alcuni di loro addirittura Deputati e Senatori.

La particolarità del M5S a quel punto avrebbe dovuto uniformarsi al "modus operandi" di tutti gli altri partiti e gli editori, i conduttori e i giornalisti già si fregavano le mani in vista delle ospitate (gratuite) che il comico avrebbe fatto nelle varie trasmissioni. Io credo che ci fosse già chi aveva alzato i tariffari degli spot pubblicitari in vista dei picchi di ascolto che sarebbero corrisposti ad eventuali scontri verbali tra Grillo e la Santanchè o Travaglio o addirittura Vittorio Sgarbi.

Ma Grillo invece ha boicottato la stampa italiana, le televisioni come i giornali e per non fare torti a nessuno si è negato a tutti. Ha sparato a zero sulle critiche e vietato agli eletti del M5S di intervenire in TV pena la cacciata dal partito.

Naturalmente la stampa gli si è rivoltata contro. Ognuno dei suoi innumerevoli errori politici così come ogni gaffe dei suoi sottoposti sono diventati il fulcro dei dibattiti televisivi e anche quei pochi giornalisti ed editori che lo avevano apprezzato all'inizio hanno preso a criticarlo sia per motivi puramente venali che per via dell'insorgere di sinceri dubbi sulla bontà e sulla efficacia dell'azione del M5S.

La sua reazione non si è fatta attendere ed il suo editto e le minacce di vendetta sono la cronaca odierna alla quale corrisponde la levata di scudi di tutti i giornalisti che addirittura rievocano lo spettro delle dichiarazioni di Berlusconi da Sofia del 2002 assimilando i due contendenti più lontani nello spettro dell'azione politica italiano. Una vera assurdità.

Se Grillo si è dimostrato un eccellente comunicatore quando si trova al cospetto della gente ha confermato che invece quando si tratta di avere a che fare con il potere degli editori le sue carenze sono le stesse che lo portarono alla cacciata dalla Rai nei tempi passati.

Anche sotto questo aspetto Grillo mi ha deluso e se inizialmente l'entusiasmo per il messaggio ed il progetto del M5S mi aveva entusiasmato (per poi deragliare non appena la vera anima comunista del M5S si è palesata) sotto l'aspetto della comunicazione mediatica ha confermato la mia opinione di sempre:
Un mediocre comico può essere un grande comunicatore ma non sempre un buon comunicatore è in grado di essere un grande politico.



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