venerdì 25 gennaio 2013

Il virus della libertà non era stato debbellato: Piazza Tahrir si ripopola di uomini liberi.

Ci risiamo!
Dopo il bellissimo esempio di mobilitazione civile che gli egiziani ci avevano dato a piazza Tahrir e dopo il clamoroso errore in cui erano inciampati vanificando l'opportunità offerta dalle prime elezioni democratiche che li ha portati a nominare il nuovo leader scegliendolo nella compagine dei "Fratelli Musulmani" ecco  riemergere il loro desiderio di democrazia e libertà.

Inutili i muri di cemento e inutile schierare l'esercito perché una volta provata l'ebbrezza di una vita libera e piena di opportunità il popolo si è creato gli anticorpi al virus di una religione strumentalizzata e interpretata manipolandone le scritture.

Una costituzione fondata interamente sul Corano non è accettabile da un popolo collegato in rete con tutti gli altri e quindi capace di condividere, vedere, discutere e confrontarsi con il resto dell'umanità.

La dittatura e il regime degli integralisti non hanno speranze di vincere o sopraffare un popolo libero ed in comunicazione costante con i suoi veri fratelli, quelli a cui è unito dal sangue e dalle idee e non dalla "fede" religiosa.

Un esempio, quello dell'Egitto, che testimonia la bontà di tutte le missioni militari nei paesi sotto regime degli integralisti: Un volta assaggiata la bontà di un vita vissuta in una società libera nessun uomo sarà più disposto a rinunciarvi.

Se si potesse mettere on line ogni talebano e ogni cittadino oppresso il virus della libertà sarebbe in grado di debellare per sempre ogni dittatura. Guardate cosa hanno fatto Facebook e Twitter in Egitto....



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