venerdì 12 aprile 2013

Angelina Jolie al G8 sulla violenza sessuale contro le donne durante le guerre. In Italia Grillo contro la burocrazia e la casta. Il Mondo per cambiare ha bisogno di simboli? La democrazia non basta più?

Il Giornale
In Italia per trovare uno capace di mettere in discussione la politica, la Costituzione e il sistema dei partiti abbiamo dovuto aspettare che un comico milionario si mettesse una mano sulla coscienza e prendesse l'iniziativa di formare un movimento.

Al G8 perchè qualcuno avesse il coraggio di dire le cose come stanno sul problema degli abusi contro le donne c'è voluta la donna più bella del mondo!



Ma in che direzione stiamo andando? Possibile che si debba arrivare a simili estremizzazioni?

Possibile che senza la fama, la bellezza di una donna o lo spirito di un comico non si riesca a cambiare le cose?

Antonio Ingroia andrà a fare il giudice in Val D'aosta. E se ne lamenta!! A zappare lo manderei!

Corriere della Sera

Antonio Ingroia si è distinto per essere stato uno dei Giudici più incisivi nella lotta alla mafia.
Per quello che ha fatto lottando contro la criminalità organizzata tutta la stima e il rispetto.

Poi si è candidato e secondo me lo ha fatto dalla parte sbagliata della barricata.

Ma il risultato disastroso della sua campagna elettorale è che il teorema che vuole associare il successo che un uomo ha conseguito in un determinato ambito alla presunzione che possa ripetersi in qualsiasi cosa egli si impegni sia indimostrabile.

Un uomo politico non sarà eletto solo perché è stato un bravo giudice, un professore universitario, un saggio o un imprenditore.

Si viene eletti per il carisma, per la capacità di trascinare e di infondere speranza e per il programma proposto.

Adesso lo sa anche Ingroia.

Ma la lezione non sembra avergli insegnato l'umiltà. Lui si lamenta e si definisce "sconcertato" per la decisione del CSM.

Questo perché lui era certo di avere la scappatoia pronta in caso di fallimento:
Il suo bel posto prestigioso e tutti gli onori conferiti al "Giudice che ha lottato contro la mafia" come se la gratitudine dell'Italia e degli italiani dovesse essere eterna e sopratutto dovuta.

Troppo comodo caro giudice! In una Italia in cui i cittadini perdono il lavoro da un giorno all'altro e le imprese chiudono a ritmi vertiginosi il tuo "pianterello" non ci commuove affatto e anzi ci indigna!

Se ogni cittadino che si sia distinto nel suo lavoro dovesse pretendere quanto avrebbe voluto Ingroia l'Italia sarebbe un paese ancora più triste di quello che è.

Una caduta di stima l'aveva già meritata per essersi candidato seguendo la moda dei giudici che passano alla politica.

Poi aveva letteralmente gettato alle ortiche tutti i meriti conquistati sul campo contro la mafia con quella conversazione in cui si vantava di essere il "rosso" della politica italiana.

Adesso con la pretesa di tornare a fare il giudice e con la sua lamentela sulla destinazione ha veramente toccato il fondo e dimostrato che anche chi si distingue in un campo così difficile e onorevole come la lotta alla mafia alla fine è solo un uomo con tutte le debolezze tipiche del più meschino dei suoi simili.

A zappare lo avrei mandato altro che in Val d'Aosta!

Qui si muore di fame!

Unica consolazione? La Magistratura ha dimostrato un minimo di imparzialità...almeno in questa occasione.

Ed ecco che bel capolavoro sta' facendo un altro degno compare di Ingroia, anzi uno peggiore di lui che non ha saputo fare bene nemmeno il giudice:

Il Giornale


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