giovedì 31 gennaio 2013

0.79 centesimi di euro l'anno e scoppia una rivoluzione??? INVIDIOSI E PEZZENTI!!

La Stampa
Il primo fra tutti fu Napster. Chi se lo ricorda? Un colpo di genio di Sean Parker
- allora ragazzino- e nel giro di pochi mesi uno dei comparti più prolifici dell show businnes fu ridotto a zero e ancora oggi a più di dieci anni di distanza dalla chiusura del sito il mercato discografico è un millesimo di quello che era negli anni '70 e '80.

Poi ci si accorse che inviare una e.mail era più pratico veloce ed efficace della vecchia procedura che prevedeva la stampa, l'imbustamento e l'affrancatura delle missive.

Così è arrivati a Whats App che permette a chiunque abbia un telefonino abilitato  al traffico internet di telefonare video chiamare e inviare sms al solo costo della connessione. In caso di abbonamento praticamente gratis.

Tutto bene direte voi, anzi meno male che una volta chiuso napster si è trovata
- e si continua e ritrovare- un'altra maniera di scaricare mp3 gratis.

Adesso Whats App ha annunciato un timido tentativo di richiedere qualcosa in cambio. Pensate 0.79 centesimi di euro l'anno per chiamare e inviare infinitamente dal proprio telefono e questo è bastato a generare uno spaventoso traffico di sms tweet e e.mail di protesta.
Ci aveva provato anche Pinterest qualche settimana fa e Facebook periodicamente prova a far circolare la voce che qualcosa per usare il network la si debba pagare.

Ora io penso due cose:

Da un lato hanno ragione i consumatori che iniziano a fruire di un servizio in un determinato modo (gratis) e quando si sono assuefatti ad esso si vedono richiedere un pagamento.

Dall'altra hanno ragione i proprietari dei siti, che si vedono passare sotto il naso miliardi di utenti al giorno senza riuscire a trattenere nemmeno pochi centesimi per ripagare il loro lavoro.

La gente fa schifo.

Molti di loro nemmeno sanno come funzione il loro telefono o un PC, non immaginano neanche che per consentire loro di inviarsi sms banali c'è un satellite che lavora in orbita intorno alla terra e l'opera geniale di persone che non riescono a trarre profitto dalle loro intuizioni.

Poi questa opinione diffusa che internet sia un bene comune di cui disporre come l'acqua e l'aria è qualcosa di allucinante e se posso in qualche modo comprendere la condivisione della rete vado letteralmente in bestia quando leggo frasi del tipo "Facebook siamo noi, senza di noi Zuckerberg non è nessuno, cancelliamoci in massa" o quando leggo annunci perentori che minacciano denunce se foto o click vengono usati per creare database per le aziende di marketing.
Sembra quasi il complotto di invidiosi che vogliono a tutti i costi ostacolare i tentativi dei proprietari/gestori dei servizi di incamerare profitto dai loro siti o app.

L'errore iniziale fu di Sean Parker che pensò solo alla sua fama e mise a disposizione del mondo tutta la musica gratuitamente. Dopo di lui chiunque ha voluto provare l'ebrezza del successo che arriva nel giro di pochi giorni ha fatto il medesimo errore. Mark Zuckerberg se ne accorse presto: Nelle prime settimane dopo il lancio corse da Parker ma fu inutile: Ormai il virus era lanciato ed anche questa volta gratis e nemmeno insieme i due "geni" trovarono il modo di porre rimedio al fatidico errore!

Così dopo di loro qualunque app o sito per farsi conoscere ha un unica strada: Offrirsi gratis agli utenti e tutti poi si ritrovano con lo stesso problema: Come fare a monetizzare?

Oramai la rete è drogata e in poche ore "Tango" fino a ieri sconosciuto sito/app che offre le stesse funzioni di Whats App ha raggiunto un numero di connessioni stratosferico. C'è da giurare che entro le prossime 24 ore quelli di Whats App saranno costretti a rimangiarsi tutto così come ha dovuto fare Zuckemberg con Pinterest qualche settimana fa.

Io se fossi al loro posto aspetterei anche anni per avere successo...ma se offrissi un servizio pretenderei un pagamento e dal primo momento.

0.79 centesimi di euro l'anno e scoppia una rivoluzione???

INVIDIOSI E PEZZENTI!!



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