lunedì 3 giugno 2013

Grillo contro la stampa italiana. La stampa contro Grillo. Scontro ideologico o si tratta solo di soldi?


Corriere della Sera
Dopo il disastro elettorale Grillo si scaglia prima contro gli elettori, poi contro i suoi paladini e adesso contro la stampa e le televisioni promettendo vendetta.

C'è chi addirittura lo paragona a Berlusconi assimilando il suo "editto" alle parole che pronunciò il cavaliere da Sofia nel lontano 2002.

Io credo che il paragone sia errato.
Berlusconi lamentava lo schieramento di buona parte della stampa e di Rai3 e La 7 a sinistra:
Come non dimenticare la campagna di "La Repubblica" sulle famose 10 domande da fare al cavaliere e gli attacchi furibondi di Santoro e Travaglio? Di Floris e Lerner?

Nulla a che vedere con quel che accade tra Grillo e l'editoria italiana.

Io la vedo così:

Nessuno può negare che in un primo momento il successo dei comizi di Grillo era strettamente legato al suo carisma e alle sue doti di attore comico e che gran parte dei suoi uditori erano attratti più dalla prospettiva di assistere ad un suo spettacolo gratis che a quello che aveva da dire come capo di un partito politico.

Ridendo e scherzando però la sua denuncia ha fatto breccia e in tantissimi da semplici uditori son diventati militanti ed alcuni di loro addirittura Deputati e Senatori.

La particolarità del M5S a quel punto avrebbe dovuto uniformarsi al "modus operandi" di tutti gli altri partiti e gli editori, i conduttori e i giornalisti già si fregavano le mani in vista delle ospitate (gratuite) che il comico avrebbe fatto nelle varie trasmissioni. Io credo che ci fosse già chi aveva alzato i tariffari degli spot pubblicitari in vista dei picchi di ascolto che sarebbero corrisposti ad eventuali scontri verbali tra Grillo e la Santanchè o Travaglio o addirittura Vittorio Sgarbi.

Ma Grillo invece ha boicottato la stampa italiana, le televisioni come i giornali e per non fare torti a nessuno si è negato a tutti. Ha sparato a zero sulle critiche e vietato agli eletti del M5S di intervenire in TV pena la cacciata dal partito.

Naturalmente la stampa gli si è rivoltata contro. Ognuno dei suoi innumerevoli errori politici così come ogni gaffe dei suoi sottoposti sono diventati il fulcro dei dibattiti televisivi e anche quei pochi giornalisti ed editori che lo avevano apprezzato all'inizio hanno preso a criticarlo sia per motivi puramente venali che per via dell'insorgere di sinceri dubbi sulla bontà e sulla efficacia dell'azione del M5S.

La sua reazione non si è fatta attendere ed il suo editto e le minacce di vendetta sono la cronaca odierna alla quale corrisponde la levata di scudi di tutti i giornalisti che addirittura rievocano lo spettro delle dichiarazioni di Berlusconi da Sofia del 2002 assimilando i due contendenti più lontani nello spettro dell'azione politica italiano. Una vera assurdità.

Se Grillo si è dimostrato un eccellente comunicatore quando si trova al cospetto della gente ha confermato che invece quando si tratta di avere a che fare con il potere degli editori le sue carenze sono le stesse che lo portarono alla cacciata dalla Rai nei tempi passati.

Anche sotto questo aspetto Grillo mi ha deluso e se inizialmente l'entusiasmo per il messaggio ed il progetto del M5S mi aveva entusiasmato (per poi deragliare non appena la vera anima comunista del M5S si è palesata) sotto l'aspetto della comunicazione mediatica ha confermato la mia opinione di sempre:
Un mediocre comico può essere un grande comunicatore ma non sempre un buon comunicatore è in grado di essere un grande politico.



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